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   La Via del Sale
Penne
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LA “VIA DEL SALE” o VIE DEL SALELe caratteristiche del sale, necessario per la quotidianità e la sopravvivenza degli individui e delle famiglie, generò veri e propri mercati specialmente in quelle località di altura e/o montane, nelle quali non vi era diretta disponibilità del bene. 
A tal proposito la ““Via del Sale”” era un percorsi commerciale storico, essa premuniva l’approvvigionamento del prezioso bene dai luoghi di produzione e/o di stoccaggio, verso aree geografiche interne, ove soddisfare la domanda in mercati molto distanti dalle zone costiere. Consisteva dunque in un collegamento mare/monti, tra la costa e le aree interne, tra aree pianeggianti e terreni scoscesi, dalle saline alle alture.
Or bene, sarebbe più corretto non parlare di “Via del Sale” ma di “Vie del Sale”, a seconda dei territori che il minerale, tramite i mercanti e i viandanti, attraversava. Come per i tratturi i cosiddetti “tratturelli” è facile pensare, che la “Via del Sale” maestra, si diradasse in tutta una serie di vie minori conosciute da molti o da uno sparuto gruppo (e per il luogo di partenza /rientro e per volontà o bisogni) che si “scostavano” dalla via principale.
L'Abruzzo è prevalentemente montuoso (65%) e collinare (34%), la pianura (1%) è costituita soltanto da una stretta fascia costiera lungo il litorale. La regione presenta le vette più alte dell'Appennino peninsulare e i popoli che abitavano l’interno montuoso della regione dovevano necessariamente compiere lunghi e impervi cammini per il vettovagliamento del minerale.
L’ ORO BIANCO, IL SALELa salagione è una metodologia di conservazione degli alimenti. Il sale è un composto igroscopico, elimina l’acqua dagli alimenti e inibisce le funzioni vitali dei batteri. Essendo La degenerazione degli alimenti (e la conseguente non conservabilità) causata dalla crescita batterica, eliminandone la prolificazione, l’alimento sarà conservato.
Inoltre il sale è un elemento fondamentale per la conciatura del pellame. La salatura consiste nel saturare la pelle con sale comune di origine marina o minerale. Il sale penetra molto rapidamente nella pelle e produce una parziale eliminazione di acqua  e quindi i processi putrefattivi restano inibiti.
Nell'antica Roma parte dello stipendio di militari e di impiegati civili era costituito da una razione di sale, donde ancora oggi la parola “salario” continua a far parte del nostro etimo quotidiano.

La scoperta della capacità di conservazione degli alimenti attraverso l’utilizzo della salatura dà probabilmente l’avvio alla trasmigrazione dei popoli  dai luoghi di appartenenza verso altri lidi.
Ciò ha dunque garantito la possibilità di compiere spostamenti di massa o la opportunità di muoversi singolarmente o in gruppi verso destinazioni incognite o prestabilite, garantendo la sopravvivenza dei viaggiatori. Inoltre favorì la possibilità di stanziarsi in aree geografiche nelle quali la conservazione degli alimenti era una necessità fondamentale.
IL TERRITORIO DELLA “VIA DEL SALE”I popoli italici che abitarono anticamente il territorio abruzzese , furono i Piceni, i Pretuzi, i Vestini , gli Equi, i Frentani, i Marrucini, i Marsi, i Peligni ei Sanniti. Essi furono successivamente sottomessi dalla grandezza di Roma. 
Il tracciato della “Via del Sale prende in considerazione i territori abitati dai Piceni (nel territorio compreso tra i fiumi Foglia e Aterno, dalle odierne Marche e la parte più settentrionale dell'Abruzzo),  Pretuzi (nel territorio compreso tra i fiumi Salinello e Vomano), i Vestini (trans-montani e cis-montani, nel territorio compreso tra valle dell'Aterno -L'Aquila,  sino al Mar Adriatico nei pressi della foce del fiume Saline, all'altezza di Città Sant'Angelo) e dell’ager Hatrianus (tra il fiume Vomano e il fiume Fino), corrispondente in età odierna all’area geografica compresa tra la costa adriatica sita nel comune di Pineto (Te) alla città storica di Atri (TE) per giungere a Bisenti (TE) e attraverso la capitale dei vestini Penne (PE) prima e Farindola (PE) poi,  fino alla piana di Fonte Vetica-Castel del Monte (AQ).
Testimonianze storiche:  


Nicola Corcia: “A 12 miglia da Pinna la Tavola Teodosiana segna una mansione, o un pago sulla via Salaria, con il nome di Salinas, o ad Salinas, che pigliò il nome da una fabbrica di sale ivi stabilita, e che corrisponde per detta distanza al luogo ora detto Le saline, o Porto di Salino, nel territorio di Città Sant’Angelo, presso il mare tra i fiumi Piomba e Salino. Ivi […] è da credere fossero le Saline, celebri nell’antichità che diedero il nome alla Via Consolare Salaria, per la quale i Sabini e i popoli confinanti, trasportavano dal mare il sale di loro uso. Il nome di colle di Sale, rimasto nella collina presso detta città, e gli antichi avanzi che vi si leggono, fanno credere altresì che fossevi stato un edifizio ad uso delle dette Saline.” (Storia delle due Sicilie, dall’antichità più remota al 1789)


Domenico Romanelli afferma“[…]Tanto il fiume qui descritto (il Saline), che il luogo, o la mansione della via ad Salinas, furono così detti della manifattura del sale qui stabilita. Possiamo credere dalle larghe pianure tra Civita Sant’angelo e Montesilvano, nelle quali lentamente serpeggiano le acque del Salino, ne fosse stabilita la fabbrica, tanto decantata dagli antichi nel lido del mare.”( Antica topografia istorica del regno di Napoli, Volume 3)


IL PERCORSO DELLA “VIA DEL SALE”La “via ad salinas”, è una via ancestrale, le sue origini si perdono nella notte dei tempi, il Sorricchio la dice costruita dai Sabini/Piceni, è addirittura riferita dal Castelli come preesistente ai Sabini. Per altri è fatta risalire alle immigrazioni pelasgiche, le quali  furono posteriori a quelle dei Liburni e  dei Siculi. La strada salaria, che da Antrodoco si biforcava per Ascoli Piceno e per la valle del Vomano, con un ramo chiamato Via cecilia o raussa, risaliva per il crinale che da Basciano conduce ad Atri, passando per Monte Giove, Collemarmoreum (Bisenti),  Barbujanum (valviano-Cellino). Questa via si ricongiungeva in Atri alla Salaria propriamente detta, e raggiungeva le Saline toccando l’antico porto di Atri, il “cerranus matrinus”. Un altro braccio attraverso l’odierna Castilenti, raggiungeva la capitale dei Vestini, Penne. Nella sua importante opera sulle strade dell’impero romano il Bergier, asserisce che della salaria si diramavano altre strade minori, che furono dette “carsus publici” . Anche queste traverse, dice il Delfico, “davano non solo un transito facile alle milizie romane ma aprivano un commercio, per terra e per mare ai popoli Sabini, Petruziani, Piceni, Atriani , Vestini, alle popolazioni montane confinanti”.
Le principali vie di comunicazioni di questi centri e questi popoli , necessari per tenere saldi i vincoli religiosi, sociali e commerciali non riguardavano la Salaria propriamente detta ma bensì una via più diretta e più breve che attraverso “Vado di Siella”, Roccafinadamo e Penne, scavalcava gli Appennini per  giungere al santuario di Monte Giove e da qui passando per Atri sino alle saline poste lungo la costa . Tumuli lapidei e reperti archeologici nella località montana di Figliolarsita, stanno a dimostrare che si tratta di un antichissimo itinerario.
E’ convinzione del Barnabei che questo tracciato sia stato battuto in antico e sia stato il tramite più diretto per andare a Roma, prima e dopo la migliore agibilità della Salaria propriamente detta. Questa strada non doveva superare grandi corsi d’acqua e svilupparsi tra gole a strapiombo.

LA “VIA AD SALINAS” - CARATTERISTICHE DEL TRACCIATOIl tracciato proposto è integrato e modulare, consente all’utente un approccio globale alla sua interezza  e nel contempo esso può essere fruito in modalità scalare, attraverso tappe intermedie “visitate” singolarmente. Può essere percorso in entrambe le direzioni, cioè a partire dalla torre di Cerrano, nel comune di Pineto (TE), attraverso le località di Atri (TE), Valviano (Cellino-Bisenti-TE), Monte Giove (Cermignano –TE), Bisenti (TE), Roccafinadamo (PE), Penne (PE), Farindola (PE), sino alla piana di Campo Imperatore –Fonte Vetica (AQ) e viceversa. La toponomastica è fondamentale in archeologia, e lungo la via è facile imbattersi in località che evocano o fanno riferimento al sostantivo “sale”, quali il fiume Saline (nasce dal congiungimento del fiume Fino e fiume Tavo), o alle località “colle del sale” presso Atri e “Scaricasale” presso Bisenti o Arsita e Farindola. La via è disseminata di aree a interesse archeologico, rinvenimenti sono distribuiti e documentati per la sua interezza  (monili, fibule, vasi lacrimali, tombe, steli e necropoli).
Lungo la “Via del Sale” erano presenti le cosiddette “mansioni”. Esse si trovavano all’estremità di ogni tappa, che solitamente non superava le dieci ore di cammino, per ricetto di animali e passeggeri e cambio dei cavalli (mutationes) per il servizio dei corrieri e dei mercanti, ma anche per ragione di presidio del territorio. Molti di questi abitati, con il passare del tempo subirono modifiche, alcuni furono abbandonati, altri diventarono castelli prima e paesi o città poi. Alcuni di questi come Atri, Bisenti, Farindola e Penne sono tuttora centri vitali, degli altri come Arseta (Roccafinadamo)  Balbujanum (Valviano-Cellino vecchia) rimangono tracce archeologiche degli antichi insediamenti.
Una caratteristica fondamentale è la destagionalizzazione della “Via  del Sale” , essa può essere percorsa 365 giorni all’anno. indipendentemente dai periodi in cui è suddiviso l'anno solare. Geomorfologicamente è dotata di poche pianure; il territorio è in massima parte collinare. E’ situata nella parte nord orientale dell'Abruzzo, nello stretto lembo di terra collinare, compreso tra  l'Appennino sovrastato dal Monte Siella (2 m.l.m.), cima minore del gruppo orientale del Gran Sasso e la costa adriatica stessa.

LA “VIA AD SALINAS” - IL PAESAGGIO
Il  paesaggio dell'Appennino è costituito quasi totalmente da rocce di natura sedimentaria. Nelle masse rocciose di natura calcarea il carsismo ha facile presa. Esso, tra boschi e faggete, degrada al mare tramite una regione collinare incisa dalle valli trasversali dei tributari dell'Adriatico.
Nella fascia collinare, prevalgono terreni argillosi e arenacei, intaccati facilmente dalle acque e altrettanto facilmente soggetti a frane. Esse hanno forme arrotondate, distese, in netto contrasto con le asperità dei rilievi appenninici, benché le pendici siano intaccate dalle fitte incisioni dei calanchi.
I corsi d'acqua presenti nel tracciato sono  il fiume Fino e il fiume Tavo da Sud, e il fiume Piomba da Nord. Il Fino che nasce nella Grotta di San Leonardo sotto il Monte Tremoggia ad un’altitudine di 1.050 metri, esso ha una lunghezza di 49 chilometri circa.
Il Tavo nasce sul Gran Sasso, in località Pietrattina, a 1.560 m s.l.m., vicino al monte Guardiola (1.828 m), al margine orientale dell'altopiano di Campo Imperatore; scorre in direzione W-E, SW-NE perpendicolarmente alla costa ed ha un regime torrentizio.
Dalla confluenza tra il Fino ed il Tavo nasce il fiume Saline e sbocca nell'Adriatico in località “Saline”, al confine tra Marina di Città Sant'Angelo e Montesilvano. Il toponimo deriva dall'antico nome romano Salinum Flumen dovuto all'esistenza di importanti saline presso la foce, l'area tra la foce del Saline e quella del torrente Piomba era il pagus romano Ad Salinas posto circa alla stessa distanza tra Pinna e Ostia Aterni.
Il Piomba è un fiume dell'Abruzzo. In epoca romana veniva chiamato Comarna, e nella sua foce, così come in quelle del Cerrano (Matrinus), e Vomano (Vomanum), si trovava un importante porto della città di Hatria (Atri), che a quei tempi controllava il mare Adriatico da Ancona a Pescara. Nasce da sorgenti fredde saline sul versante settentrionale e sul versante meridionale del monte Giove a 723 m s.l.m. nel territorio dei comuni di Cermignano, e Bisenti dove ha origine anche da colle Marmo 704 m s.l.m.
La catena allineata degli Appennini, che rende difficili le comunicazioni tra il versante occidentale dell’Abruzzo e quello orientale dell’ adriatico è superata  tramite il valico di  “Vado di Siella” (1725 mt) per giungere verso la piana di Campo imperatore, di origine glaciale e carsico-alluvionale.



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